giovedì 27 settembre 2012

Analisi Elezioni 2013 parte 4: Fini e Futuro e Libertà


I know it. LogicoPensatore si era ripromesso di scrivere un post per ogni partito e un post per il suo leader. Ma perchè è tanto difficile separare le due cose? Perchè in Italia nella stragrande maggioranza dei casi si è costretti a votare per l'uomo e non per il partito? Nelle realtà europee come nelle imminenti elezioni americane, il partito viene prima ed è più importante del singolo candidato.
Futuro e libertà (d'ora in poi Fli) è il classico esempio di inscindibilità fra candidato e partito, una condizione cui ci ha relegato il berlusconismo da 20 anni a questa parte. Ma ci arriveremo in un altro post.

Gianfranco Fini, attuale presidente della Camera dei deputati, è l'uomo che in parte a contribuito alla caduta del governo Berlusconi nel 2011, applicando una discutibile strategia politica in qualche modo simile al Bertinotti del 2006.
Le analogie fra i due politici sono molteplici: entrambi derivano dalle fasce più estreme della loro coalizione, entrambi hanno ottenuto il ruolo di presidente della Camera, ed entrambi sono stati considerati dei "traditori" (parola forte) da chi li appoggiava nella coalizione di governo e soprattutto dai loro elettori. E fidatevi di LogicoPensatore che anche il prossimo futuro di Fini sarà comune al sessantottino.
Fini nasce politicamente come "erede" di Giorgio Almirante, politico fondatore della Destra Nazionale e del Msi al quale, durante gli anni dell'egemonia democristiana in Italia fu attribuito addirittura il tentativo di rifondare il Partito Fascista. Fin da giovane, Fini ottenne ruoli di spicco nell'attivismo dell'estrema destra romana e guidato da Almirante riuscì a farsi eleggere in parlamento alla tenera età di 29 anni. Pochi anni dopo la morte del mentore, con un congresso a Fiuggi nel 95 viene fondato il partito Alleanza Nazionale.
Da qui il sempre maggior coinvolgimento con Berlusconi e la sua Casa delle Libertà. Quando poi con il 2008     il suo An confluisce nel partito di Berlusconi sembrò crearsi un ottimo connubio, ma con un progredire di dichiarazioni contro il premier e la sua politica perfino nelle convention del Pdl, la fondazione del movimento Fli nell'estate 2010 sancì il divorzio e l'inizio della guerra mediatica fra i due ex amici.
Molti parlamentari cavalcarono l'onda seguendolo e abbandonando il Pdl, passando di fatto all'opposizione, salvo alcuni (i meno coerenti di tutti) che resisi conto dei pochi adepti rispetto ai lealisti di Arcore, preferirono tornare direttamente nelle file del Re Silvio (figuriamoci: solo gli stolti non cambiano mai idea ma cambiarla 2 volte in pochi mesi è "logicamente" ridicolo).
La guerra messa in atto da Berlusconi si combattè a suon di scandali mediatici fra le olgettine del premier e la casa a Montecarlo di Fini. Per il Pdl ci fu un punto fermo: la richiesta di dimissioni da presidente della Camera da Fini.
Perchè Fini non si è mai dimesso? Non è logico che un capo di partito all'opposizione resti rappresentante del governo perfino come terza carica dello stato.
Il motivo è molto logico: l'obbiettivo di Fini era creare una "nuova" forza politica di centrodestra che assorbisse completamente i parlamentari e gli elettori del Pdl escludendo Berlusconi, la sua corte e i leghisti; avrebbe conquistato i voti di chi il cavaliere non lo digerisce (puntava anche a prendere voti dalla sinistra, ecco il perchè delle sue dichiarazioni moderate)  e si sarebbe posto alla guida del paese (sperava).
Ma il partito Fli da lui creato è quanto di più debole si possa immaginare, anche nei primi mesi i sondaggi non gli erano favorevoli e Fini si è reso conto di essere alla guida di un partitino che non supererebbe nemmeno lo sbarramento dei voti alla Camera.
A conti fatti gli è convenuto rimanere come terza carica del paese, sapendo di poter sfruttare il richiamo mediatico che porta il suo ruolo. La sua campagna elettorale quindi è partita molto prima di tutti gli altri partiti ed essendo sempre al centro dell'attenzione visti i suoi impegni istituzionali, ha saputo creare una campagna completamente gratuita grazie agli organi di stampa che devono dare spazio alla sua carica (non proprio in linea col concetto di super partes).
Il vero problema di Fli però si porrà a fine legislatura: è stato lungamente anticipato anche da Italo Bocchino (vicepresidente) che Fli non correrà da solo ma si alleerà con l'Udc e l'Api di Rutelli. L'obbiettivo comune di queste forze è quello di divenire la terza forza politica del paese (obbiettivo quanto mai basso, come dire che l'importante non è vincere ma partecipare).
Se i lettori di LogicoPensatore vorranno interessarsi del programma politico di Fli avranno un compito arduo: non si trova da nessuna parte su internet nemmeno un canovaccio con un elenco di idee per la prossima legislatura. Pare infatti, secondo la Senatrice Germontani che il vero programma di Fli sia completamente in linea se non un proseguito dell'"Agenda Monti", come d'altronde già auspicato da Pierferdinando Casini.

La verità secondo LogicoPensatore è che Fli sia un partito povero di spirito (e di programma),  la sua rappresentanza in parlamento è solo dovuta al declino del potere del cavaliere e la quota di parlamentari non rispecchia in proporzione il suo elettorato. Nonostante si professi come un partito di destra non condivide nemmeno un pensiero con Lega, Pdl o LaDestra di Storace, anzi è inutile sottolineare come l'ex esponente più importante dell'estrema destra italiana si ponga con un partito di slancio fortemente centrista.
Gli stessi elettori risultano confusi, i lealisti di destra voteranno ancora il cav, mentre i delusi si sposteranno a sinistra o sul M5s di Grillo, lasciano veramente poco spazio all'avventura di Fini.
Secondo Logicopensatore Futuro e Libertà si attesterà alle prossime elezioni 2013 con un risultato compreso fra l'1 e il 3%, ergo impossibilitato a superare lo sbarramento in parlamento.
Questo a meno che (come anticipato) Fli non si candidi in un "listone" accanto all'Udc e Rutelli.
Ma l'interrogativo rimane: a capo di questa lista chi ci sarebbe? Casini, Rutelli e Fini non sono tipi da spartire  il potere, tanto meno da rinunciare alla guida del movimento o da sottostare troppo ai capricci di un altro.
Avverrà la classica situazione di quando ci sono troppi galli in un pollaio...

venerdì 21 settembre 2012

Analisi Elezioni 2013 parte 3: Nichi Vendola


Nicola Vendola è (attualmente) l'uomo chiave dell'estrema sinistra italiana. Il suo partito Sel è stabile nei sondaggi e si appresta a riavere un ruolo nella compagine parlamentare. Ma chi è Vendola?
La prima cosa che viene in mente pensando a lui è la parola "contraddizione".
Per quanto sia un leader capace, e ce ne sono veramente pochi in questo momento soprattutto a sinistra, secondo LogicoPensatore non è in grado di accaparrarsi le simpatie di un elettorato più vasto di quello che già possiede il suo partito se non con minimi margini.
Attualmente è il governatore della regione Puglia, carica difficile come tutte le cariche politiche del Meridione. La gestione della sua regione è quanto mai discussa: il bilancio regionale è gravato ovviamente dalle spese della sanità con un grosso "buco" che alle elezioni del 2010 contava circa 335 milioni di euro di debito, anche se le Asl pugliesi denunciavano addirittura un debito di 610 milioni di euro nel febbraio 2011 (http://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/notizia.php?IDNotizia=404714&IDCategoria=1).
Come ha fatto Vendola a sanare un pochino il deficit del bilancio delle sue Asl?
Semplicissimo: ha tagliato centinaia di posti letto ed ha alzato le  aliquote  (tasse)  regionali comprese le accise sulla benzina.
Rimangono i meriti di Vendola nella riqualifica del turismo per la Puglia in questi anni, la realizzazione di un piano idrogeologico e come da programma elettorale, la Puglia è stata la prima regione a dotarsi di un piano energetico con l'utilizzo di fonti alternative grazie allo sviluppo dell'eolico e del solare.
Vendola si è dichiarato uomo del Sud, comunista, omosessuale a favore dei matrimoni gay, ma anche fervente cattolico, e queste sue posizioni per molti versi contrastanti, sono argomento di dibattito. Le posizioni sui diritti degli omosessuali fanno storcere il naso all'Udc, a molti cattolici ex democristiani militanti del Pd ed in pratica a tutto il Centro-destra.
Un'altro fattore che può risultare poco coerente nel comportamento di Vendola è la propria candidatura alle primarie del Pd. LogicoPensatore si chiede: perchè il leader di un partito di estrema sinistra decide di candidarsi come leader di un partito di centro-sinistra derivante alla lontana dalla democrazia cristiana? Tenere il piede in due scarpe non è mai conveniente per nessuno, soprattutto se le due scarpe sono due partiti che presentano programmi palesemente contrastanti in molti punti. Non a caso qualche giorno fa l'ex ministro dell'istruzione Giuseppe Fioroni ha presentato all'attuale segretario del Pd Bersani, una lettera firmata da 30 parlamentari affinchè venga impedita la candidatura di Vendola alle primarie, mostrando così i dissapori degli alti dirigenti del Pd ad una possibile leadership di Vendola nel partito.
LogicoPensatore ritiene che Nichi Vendola non sia l'uomo adatto a governare l'Italia nel 2013, né a guidare il  Pd come segretario.
Nonostante sia una delle poche figure carismatiche che si incontrano nello scenario odierno, la sua figura da governatore pugliese non brilla certo per aver saputo tenere bene i conti della sua amministrazione (ormai è in carica da 8 anni). In secondo luogo i suoi ideali mal si sposano a guidare una coalizione di più partiti diversi fra loro e a convincerne gli elettori, incontentabili tutti nella loro moltitudine.

Analisi Elezioni 2013 parte 2: Sinistra Ecologia e Libertà e la sinistra estrema

Sinistra ecologia e Libertà è il partito "maggiore" della sinistra estrema in Italia. La nascita di questo partito deriva dalle ceneri della Sinistra-Arcobaleno, che alle elezioni del 2008 a causa principalmente di Veltroni e del Partito Democratico che gli strapparono molti voti, non riuscì a ottenere seggi nel Parlamento, definendo così la prima legislatura Italiana in cui non erano presenti rappresentanti di quei partiti che per tradizione possiamo definire comunisti.
Ciò che non funzionò alle scorse elezioni, fu la scarsa attenzione mediatica per il partito e probabilmente, in termini di esercizio dialettico, l'utilizzo di un programma politico (e di una campagna elettorale) troppo basato sulle conquiste comuniste del passato, piuttosto che su di una programmazione delle priorità della realtà politica che vigeva nel 2008. La fuoriuscita del parlamento fu clamorosa per i suoi elettori che brevemente si riversarono fra le file del neonato Pd. Nelle elezioni europee del 2009 la crisi si sentì maggiormente nel partito, nemmeno un seggio, una vera disfatta rispetto alle europee del 2004 quando erano presenti molti più partitini.
Bisognava reinventare l'estrema sinistra italiana ed ecco che alla fine del 2009 nacque Sel.
Un partito di sinistra un po' più moderno con idee un po' più moderne rispetto al filone Bertinottiano che aveva caratterizzato gli anni precedenti. I risultati non tardarono a presentarsi e nelle scorse amministrative è riuscito a consolidarsi sfruttando la situazione di un Pdl in rotta e di un Pd in piena confusione, quindi non propriamente per meriti personali.
Il ricambio generazionale dei dirigenti ha giovato al partito e nelle realtà territoriali, soprattutto al sud Italia, possiede numerosi consiglieri e sindaci, senza considerare il presidente della regione Puglia che è  il presidente nazionale di Sel. Ma parleremo del leader del partito in un altro post.
Il programma politico di Sel è molto vario, rimando al programma ufficiale http://www.sinistraecologialiberta.it/simbolo-e-programma/ qui invece alcune considerazioni di LogicoPensatore:

-Si basa su principi (cito dal sito ufficiale Sel) " del socialismo europeo, del comunismo italiano, dell’ ambientalismo, del femminismo, dei movimenti d’impegno civile e sociale"
-Una società in cui la ricchezza dell'economia capitalista viene ridistribuita seguendo una economia ecologista e tecnologica (sempre citato dal testo).
-Auspica la pace del mondo (punto quantomai inutile da inserire in un programma politico-elettorale) e smilitarizzazione dei presidi difensivi sul territorio.
-"Ridare dignità al lavoro", cancellazione del precariato, dei contratti a tempo determinato, tutelare il lavoro dei migranti. Combattere i morti sul lavoro abolendo la precarietà (punto molto capzioso, purtroppo anche i lavoratori regolari e fissi muoiono ogni giorno). Innalzare stipendi e pensioni (non spiega con quali soldi).
-Liberalizzazione delle comunicazioni.
-Diritti della persona, lotta alla xenofobia e al razzismo.
-Fortissima componente nel programma di una politica ecologica e specificatamente contro le centrali nucleari. (anche se non spiega quali fonti alternative si potrebbero sfruttare, punto molto generico).
-Incrementare i fondi alla ricerca e per l'istruzione arrivando a spendere fino al 3% del PIL (non spiega come trovare i soldi  necessari)
-Lotta alla Mafia, giustizia sociale, laicismo delle istituzioni.


In conclusione, Sel è una realtà politica rinata che si affida ad un buon leader, ma possiede le basi per sopravvivere anche senza Vendola. Purtroppo il programma politico contiene alcuni punti oscuri e in forte contraddizione con i principi professati dal centrosx, motivo per cui una coalizione simile all'Unione del 2006 è destinata a fallire in partenza, in vista di possibili (sicuri) attriti che ci saranno con l'Udc e gran parte del Pd.
Secondo LogicoPensatore Sel si attesterà alle prossime elezioni con un risultato compreso fra il 5-8%,
potrà essere parte attiva in un governo di Csx ma il Pd non potrà sperare di averlo sempre dalla sua parte. Stranamente non vi è alcuno avvicinamento fra Sel e il M5S, anzi i due partiti sono spesso in antitesi e questo potrebbe portare il prossimo premier a dover scendere a patti in alternanza con uno quando con l'altro si è ai ferri corti.





sabato 15 settembre 2012

Analisi Elezioni 2013 parte 1: Beppe Grillo e il Movimento 5 Stelle



Benvenuti al primo post del vostro LiberoPensatore riguardante l'Italica politica. Il progetto iniziale era quello di creare 2 post per singolo partito, uno che definisse il partito e un post che ne disegnasse il leader. Partiamo subito con un eccezione in quanto LogicoPensatore ritiene che non si possa analizzare il M5S senza tener conto nell'equazione anche Grillo. Spiegheremo meglio più avanti.

Beppe Grillo è l'outsider delle prossime elezioni politiche, colui che darà una scossa significativa alla partitocrazia tuttora vigente, ma cosa lo ha reso così grande?
Non si può spiegare in poche parole il suo successo,  il tutto inizia persino prima del V-day organizzato dal genovese l'8 settembre 2007, anche se è da quel giorno che potremmo far risalire i primi virgulti della sua campagna elettorale. E' da quel giorno che la gente comincia a dargli ascolto e a comprendere che quello che il genovese afferma e propone non sono idee da buttare. Ci aveva già provato Grillo a mandare messaggi forti, non solo politici, ma anche economici ed industriali (nessuno ricorda i sit in davanti gli stabilimenti Fiat?).
Ritengo perfettamente inutile parlare del suo Blog, il sito internet più visitato in Italia dopo quelli porno, con cui Grillo si fa ogni settimana carico di informare i lettori e la rete di tutto ciò che avviene quando gli Italiani dormono.
E proprio la sua mancanza di peli sulla lingua e la denuncia di molti scandali, che ha portato la gente a concedergli fiducia, una fiducia che non si potrebbe acconsentire ad un politicante qualunque.
(Noterete che in questo post non viene e non verrà mai menzionato Grillo con l'epiteto "comico", in quanto a differenza di molti commentatori, LogicoPensatore tiene al rispetto della persona prima di tutto.)

I temi anti-casta hanno fatto affezionare Grillo alla maggioranza degli Italiani stanchi delle prese in giro della politica partitocratica e gli hanno regalato il piccolo boom alle scorse elezioni amministrative.
Un boom che il Presidente della Repubblica Napolitano non ha riconosciuto, facendo così un grosso regalo al genovese ingraziandosi molti elettori a cui Napolitano non sta molto simpatico.
Della serie "il nemico del mio nemico".
Da giugno in poi il Movimento 5 stelle ha conosciuto un momento di grazia in cui i primi sondaggi lo classificavano perfino sopra al 18% delle preferenze degli Italiani. Sondaggi che però difficilmente si riveleranno attendibili per le prossime elezioni.

Ma veniamo alle condizioni attuali del partito (anche se agli stessi grillini non piace definire partito).
Il M5S ha un bacino elettorale vasto, che prende i giovanissimi, i tecnocrati, i delusi dalla politica, gli arrabiati e piccola parte di elettorato over 60. Gli elettori si concentrano maggiormente al nord nonostante una forte capillarità al sud, mentre nelle regioni centrali c'è una flessione di preferenze.
Sicuramente i punti forti del Movimento sono l'aver fra le sue file molti giovani under 40: una schiera di professionisti, incensurati (o quasi), volti appartenenti al vicino di casa qualunque che in tempo di crisi ispirano molta più fiducia del "classico" politicante che si vede al telegiornale delle 20.
E' questa è la vera forza del M5S, puntare su giovani  che si interessano al bene comune e all'innovazione dell'Italia. E ovviamente il programma elettorale cambia di conseguenza.
Ma il Movimento cela delle ombre nonostante la sua professata trasparenza. In primis la questione legata alla figura di Gianroberto Casaleggio, uomo che secondo molti muove i fili come un burattinaio del Movimento ma che ha il merito di aver organizzato le campagne di Grillo e dei grillini.
Se Casaleggio è il vero autore del successo di Grillo, bisogna fargli tanto di cappello, in quanto è riuscito a creare dal nulla un partito che potrebbe rivelarsi determinante, e lo sarà, nelle prossime elezioni. Si pone però il problema della gerarchia in casa Grillo, in quanto recentemente Favia, un consigliere regionale dell'Emilia, ha fatto un (probabilmente finto) fuori onda durante un intervista, dichiarando che nel Movimento non c'era democrazia. E' questo un punto cruciale: nel bene o nel male noi tutti conosciamo Grillo e la sua figura, ma i suoi collaboratori? I suoi sottoposti? E quell'innumerevole quantità di candidati sindaci, consiglieri e prossimi parlamentari, chi li conosce? Forse nemmeno lo stesso Grillo. Troppa gente sorta in troppo poco tempo come adepti del Movimento sono difficili da controllare e c'è un'alta probabilità che vi siano in mezzo voltagabbana e corruttibili come è successo agli "irreprensibili" parlamentari dell'Italia dei Valori.
Grillo da un certo punto di vista ha seguito la strada di Berlusconi nel 1993: è sceso in campo formando dal nulla un partito salito ai vertici in tempi brevissimi. Con una piccola differenza però: che Grillo non è Berlusconi e non possiede la certezza della fedeltà, quasi mistica nel caso del berlusconismo, di tutti i suoi.
In pratica come non esiste un Pdl senza Berlusconi, non può esistere un M5S senza Grillo, la struttura stessa del movimento non resisterebbe alla sua assenza e si sgretolerebbe in breve tempo.
Il programma del M5S è quantomeno curioso, visto dalle altre forze politiche come qualunquista, si pone molto vario e qui riassumo i punti più interessanti:

-Riduzione a due mandati per i parlamentari e per qualunque altra carica pubblica
-Taglio della spesa pubblica
-Propositi anti casta volti a eliminare i privilegi dei parlamentari
-Riduzione dell’impatto ambientale delle centrali termo-elettriche a favore delle rinnovabili (ma è il punto più oscuro anche quando parla dell'abolizione degli inceneritori)
-Abolizione della Legge Biagi (altro punto oscuro e discutibile)
-Investimenti nella ricerca universitaria
-Informatizzazione e diminuzione della burocrazia e della giustizia negli enti pubblici
-Internet gratis per tutti
-Liberalizzazioni in campo delle comunicazioni con abolizione dei vari monopoli di Stato
-Liberalizzazione dei trasporti con abolizione della Tav
(Mancano nel programma i rapporti con l'Europa, i diritti del Lavoro e come pensa il movimento di rimediare i fondi per le riforme).

Nonostante qualche piccolo interrogativo, LogicoPensatore è certo del successo del M5S nelle prossime elezioni e pensa che si attesterà, considerando la mentalità italica del voto utile,
divendo il terzo partito in Italia con un risultato compreso fra  8-13%.

Il M5S probabilmente non governerà l'Italia nella prossima legislatura ma i partiti tradizionali dovranno fare i conti con questa nuova forza politica, che secondo LogicoPensatore non si combinerà con nessun altro partito ma correrà da sola, dando il suo appoggio alle proposte di legge più giuste senza utilizzare tecniche di ostruzionismo. Insomma una forza politica che aldilà di qualche crepa interna (si spera) si comporterà con logicità.



mercoledì 12 settembre 2012

Primo post scottante: ucciso ambasciatore USA in Libia; nuovi risvolti per le elezioni Americane



Dopo il giorno del poco male, molti sanno che segue il giorno del meno male. Se ci si aspetta qualcosa in un giorno significativo e nulla accade il giorno dopo, si tira un sospiro di sollievo. Questo oggi non accade.
Nei giorni in cui cade l'undicesimo anniversario del 9/11 nessuno si sarebbe mai aspettato che l'ambasciatore Usa a Bengasi, portavoce della politica Americana nello stato recentemente "liberato", potesse essere assassinato con un azione tanto ben organizzata. I colpevoli tutt'ora non si conoscono, si pensa a miliziani Islamici estremisti, addestrati alla guerriglia, i quali armati di lanciarazzi Rpg e armi automatiche hanno dato l'assalto al presidio statunitense. Aldilà della notizia di cronaca si pensi agli scenari politici possibili. Innanzitutto l'attacco è un sintomo della delicata situazione interna Libica, dopo la caduta di Gheddafi sappiamo veramente a chi è andato in mano il paese?

Quando nel 2001 Bush attaccò l'Afghanistan creò per diversi anni una sorta di transizione militare fra le forze americane e quelle indigene che caro costò ai militari in missione laggiù, vuoi statunitensi, vuoi Italiani o di altre forze di coalizione. La politica estera di Obama all'inizio del 2011, per il caso libico, non si rivelò così spregiudicata e invece di intervenire direttamente nella guerra civile libica, preferì avere un ruolo solo amministrativo con minimo intervento militare. La situazione è rimasta in uno stallo precario in cui il governo di transizione di Bengasi non ha saputo fare con la diplomazia quello che Gheddafi faceva con la forza: calmare i dissapori interni fra le tribù del deserto libico, gli estremisti Islamici e la popolazione europeista più emancipata che vive     a ridosso del mare. La Libia prima dell'9/11 era considerata il nemico pubblico numero uno degli Stati Uniti, la base di tutti i terroristi del mondo a causa dell'attentato del volo Pan Am 103 (Per info: http://it.wikipedia.org/wiki/Volo_Pan_Am_103), ma con gli anni '00 i rapporti fra America e Libia si erano ripresi visto che il nuovo nemico mondiale Bin Laden era nato. Vedremo nelle prossime ore sviluppi della situazione in Libia.

Il versante Americano invece si riserva ricco di sorprese: in piena campagna elettorale per la poltrona di uomo formalmente più potente del mondo, questo attacco potrebbe divenire un testa o croce fondamentale per novembre. Il presidente Obama ha ovviamente condannato con i più duri toni l'accaduto, ma i dubbi sulla linea morbida della sua amministrazione estera sono corsi nella mente di molti suoi elettori. E' infatti lo sfidante repubblicano Mitt Romney che potrebbe prendere la palla al balzo e "usarla" mediaticamente per far crollare i democratici. I repubblicani si battono da anni per la linea dura contro il terrorismo mondiale e possiamo affermare francamente che l'elettore medio statunitense è facilmente influenzabile su questi argomenti. Gli americani vivono spesso nella paura di attentati e l'assassinio di un rappresentante della democrazia esportata nel mondo (che non sia un soldato) è un grosso colpo per la middle-class. Romney che stando ai sondaggi è pochi punti sotto Obama potrebbe puntare questi ultimi mesi proprio sul concetto di sicurezza e sul ruolo che l'America ha come protettore del mondo libero, un concetto che contribuì alla rielezione di Bush nel 2004. A meno di 56 giorni dall'Election Day Romney potrebbe avvicinarsi in un sol colpo alle forze armate che molti accusano di essere lontane dai progetti politici del repubblicano. Rimane un solo interrogativo che determinerà la scelta del prossimo Presidente: come la borsa reagirà a questo attentato in Libia.

martedì 11 settembre 2012

Cosa è LogicoPensatore, Benvenuti!

Un caloroso benvenuto a tutti coloro che leggeranno queste righe. Il blog di LogicoPensatore ha come obbiettivo essere un mezzo di comunicazione per lo scenario politico Italiano ed estero. Ero indeciso se chiamarlo LiberoPensatore ma mi sembrava troppo pretestuoso ergo ho optato per la radice "Logico" in quanto tutto quello di cui scriverò che non si baserà su dati riportati da fonti certe e affidabili, sarà frutto del mio ragionamento. Per il momento il blog è in fase di avvio, procederò al più presto a renderlo il più grazioso possibile. Un grazie a tutti.