sabato 15 settembre 2012

Analisi Elezioni 2013 parte 1: Beppe Grillo e il Movimento 5 Stelle



Benvenuti al primo post del vostro LiberoPensatore riguardante l'Italica politica. Il progetto iniziale era quello di creare 2 post per singolo partito, uno che definisse il partito e un post che ne disegnasse il leader. Partiamo subito con un eccezione in quanto LogicoPensatore ritiene che non si possa analizzare il M5S senza tener conto nell'equazione anche Grillo. Spiegheremo meglio più avanti.

Beppe Grillo è l'outsider delle prossime elezioni politiche, colui che darà una scossa significativa alla partitocrazia tuttora vigente, ma cosa lo ha reso così grande?
Non si può spiegare in poche parole il suo successo,  il tutto inizia persino prima del V-day organizzato dal genovese l'8 settembre 2007, anche se è da quel giorno che potremmo far risalire i primi virgulti della sua campagna elettorale. E' da quel giorno che la gente comincia a dargli ascolto e a comprendere che quello che il genovese afferma e propone non sono idee da buttare. Ci aveva già provato Grillo a mandare messaggi forti, non solo politici, ma anche economici ed industriali (nessuno ricorda i sit in davanti gli stabilimenti Fiat?).
Ritengo perfettamente inutile parlare del suo Blog, il sito internet più visitato in Italia dopo quelli porno, con cui Grillo si fa ogni settimana carico di informare i lettori e la rete di tutto ciò che avviene quando gli Italiani dormono.
E proprio la sua mancanza di peli sulla lingua e la denuncia di molti scandali, che ha portato la gente a concedergli fiducia, una fiducia che non si potrebbe acconsentire ad un politicante qualunque.
(Noterete che in questo post non viene e non verrà mai menzionato Grillo con l'epiteto "comico", in quanto a differenza di molti commentatori, LogicoPensatore tiene al rispetto della persona prima di tutto.)

I temi anti-casta hanno fatto affezionare Grillo alla maggioranza degli Italiani stanchi delle prese in giro della politica partitocratica e gli hanno regalato il piccolo boom alle scorse elezioni amministrative.
Un boom che il Presidente della Repubblica Napolitano non ha riconosciuto, facendo così un grosso regalo al genovese ingraziandosi molti elettori a cui Napolitano non sta molto simpatico.
Della serie "il nemico del mio nemico".
Da giugno in poi il Movimento 5 stelle ha conosciuto un momento di grazia in cui i primi sondaggi lo classificavano perfino sopra al 18% delle preferenze degli Italiani. Sondaggi che però difficilmente si riveleranno attendibili per le prossime elezioni.

Ma veniamo alle condizioni attuali del partito (anche se agli stessi grillini non piace definire partito).
Il M5S ha un bacino elettorale vasto, che prende i giovanissimi, i tecnocrati, i delusi dalla politica, gli arrabiati e piccola parte di elettorato over 60. Gli elettori si concentrano maggiormente al nord nonostante una forte capillarità al sud, mentre nelle regioni centrali c'è una flessione di preferenze.
Sicuramente i punti forti del Movimento sono l'aver fra le sue file molti giovani under 40: una schiera di professionisti, incensurati (o quasi), volti appartenenti al vicino di casa qualunque che in tempo di crisi ispirano molta più fiducia del "classico" politicante che si vede al telegiornale delle 20.
E' questa è la vera forza del M5S, puntare su giovani  che si interessano al bene comune e all'innovazione dell'Italia. E ovviamente il programma elettorale cambia di conseguenza.
Ma il Movimento cela delle ombre nonostante la sua professata trasparenza. In primis la questione legata alla figura di Gianroberto Casaleggio, uomo che secondo molti muove i fili come un burattinaio del Movimento ma che ha il merito di aver organizzato le campagne di Grillo e dei grillini.
Se Casaleggio è il vero autore del successo di Grillo, bisogna fargli tanto di cappello, in quanto è riuscito a creare dal nulla un partito che potrebbe rivelarsi determinante, e lo sarà, nelle prossime elezioni. Si pone però il problema della gerarchia in casa Grillo, in quanto recentemente Favia, un consigliere regionale dell'Emilia, ha fatto un (probabilmente finto) fuori onda durante un intervista, dichiarando che nel Movimento non c'era democrazia. E' questo un punto cruciale: nel bene o nel male noi tutti conosciamo Grillo e la sua figura, ma i suoi collaboratori? I suoi sottoposti? E quell'innumerevole quantità di candidati sindaci, consiglieri e prossimi parlamentari, chi li conosce? Forse nemmeno lo stesso Grillo. Troppa gente sorta in troppo poco tempo come adepti del Movimento sono difficili da controllare e c'è un'alta probabilità che vi siano in mezzo voltagabbana e corruttibili come è successo agli "irreprensibili" parlamentari dell'Italia dei Valori.
Grillo da un certo punto di vista ha seguito la strada di Berlusconi nel 1993: è sceso in campo formando dal nulla un partito salito ai vertici in tempi brevissimi. Con una piccola differenza però: che Grillo non è Berlusconi e non possiede la certezza della fedeltà, quasi mistica nel caso del berlusconismo, di tutti i suoi.
In pratica come non esiste un Pdl senza Berlusconi, non può esistere un M5S senza Grillo, la struttura stessa del movimento non resisterebbe alla sua assenza e si sgretolerebbe in breve tempo.
Il programma del M5S è quantomeno curioso, visto dalle altre forze politiche come qualunquista, si pone molto vario e qui riassumo i punti più interessanti:

-Riduzione a due mandati per i parlamentari e per qualunque altra carica pubblica
-Taglio della spesa pubblica
-Propositi anti casta volti a eliminare i privilegi dei parlamentari
-Riduzione dell’impatto ambientale delle centrali termo-elettriche a favore delle rinnovabili (ma è il punto più oscuro anche quando parla dell'abolizione degli inceneritori)
-Abolizione della Legge Biagi (altro punto oscuro e discutibile)
-Investimenti nella ricerca universitaria
-Informatizzazione e diminuzione della burocrazia e della giustizia negli enti pubblici
-Internet gratis per tutti
-Liberalizzazioni in campo delle comunicazioni con abolizione dei vari monopoli di Stato
-Liberalizzazione dei trasporti con abolizione della Tav
(Mancano nel programma i rapporti con l'Europa, i diritti del Lavoro e come pensa il movimento di rimediare i fondi per le riforme).

Nonostante qualche piccolo interrogativo, LogicoPensatore è certo del successo del M5S nelle prossime elezioni e pensa che si attesterà, considerando la mentalità italica del voto utile,
divendo il terzo partito in Italia con un risultato compreso fra  8-13%.

Il M5S probabilmente non governerà l'Italia nella prossima legislatura ma i partiti tradizionali dovranno fare i conti con questa nuova forza politica, che secondo LogicoPensatore non si combinerà con nessun altro partito ma correrà da sola, dando il suo appoggio alle proposte di legge più giuste senza utilizzare tecniche di ostruzionismo. Insomma una forza politica che aldilà di qualche crepa interna (si spera) si comporterà con logicità.



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